Eric D. Widmer

Widmer,E.,D., Kellerhals,J.,Levy,R. (2003).Modelli di funzionamento conjugale e radicamento nel contesto sociale in Swizzera In: G. Rossi(Eds). La Famiglia In Europa. Carocci, 131-160., pp. 131-160..

Lo sviluppo dell’analisi sociologica della famiglia in Svizzera deve molto alle rilevanti variazioni di carattere demografico che si sono verificate – in questo come in altri Paesi europei - verso gli anni ‘60-‘65. Vi si riscontrano le stesse tendenze generali: aumento dell’indice congiunturale di divorzialità dall’ 11% intorno al 1960 al 38% del 2000; diminuzione e blocco dell’ndice di nuzialità dallo 0.9 degli anni 60 allo 0.6 circa di oggi ; riduzione del tasso di fecondità da 2,4 figli per donna di quarant’anni fa a 1,4 dei giorni nostri. Queste trasformazioni demografiche hanno condotto i sociologi a porsi alcune fondamentali interrogativi, che saranno al centro di questo capitolo:

1. Quali sono attualmente le principali caratteristiche socio-demografiche delle coppie in Svizzera? 2. Quali sono i tratti prevalenti nel loro funzionamento, per quanto riguarda la divisione dei ruoli e del potere e la coesione? 3. Quali grandi tipologie di funzionamento si possono distinguere dietro queste tendenze generali? E queste modalità di funzionamento sono legate allo status sociale delle coppie e alla fase del ciclo di vita che stanno attraversando? 4. Quali "proprietà" è possibile associare a questi modi di funzionamento? Vale a dire, le diverse tipologie sono caratterizzate da problemi funzionali differenti o/e di varia intensità ?

I risultati sui quali si basa questo contributo provengono da una ricerca condotta su un campione rappresentativo di coppie svizzere, comprendente 1534 diadi coniugali. Entrambi i componenti la coppia sono stati intervistati; sono state prese in considerazione persone di età compresa tra 20 e 85 anni; sono state studiate coppie sposate o non, ma conviventi da almeno un anno; sono state analizzate coppie elvetiche e straniere, purchè domiciliate in Sizzera; il campione riguarda l’intera Confederazione, con le sue diverse caratteristiche di contesto demografico e culturale. Questo metodo permette quindi di costruire delle tipologie di funzionamento a partire dal confronto, nell’ambito della stessa coppia, degli atteggiamenti e dei comportamanti femminili e maschili. Esso consente anche di confrontare i problemi e i conflitti evidenziati da ciascuno dei coniugi, oltre che le rispettive valutazioni della loro vita familiare.

CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE DELLE COPPIE IN SVIZZERA

Quali sono oggi le principali caratteristiche strutturali delle coppie elvetiche? Iniziamo questa descrizione dal momento della formazione della coppia. L’età media al primo matrimonio in Svizzera è relativamente elevata, dato che si colloca intorno ai 28 anni per le donne e ai 30 anni per gli uomini. Le nozze sono generalmente precedute da un periodo di convivenza più o meno lungo : l’80% delle coppie ha convissuto con continuità prima del matrimonio per un periodo della durata media di 25 mesi (Kellerhals & Coenen-Huether, 1988). Un’ampia maggioranza delle coppie conviventi finisce per sposarsi (Charton, 1999), soprattutto in occasione della nascita del primo figlio. Così, poiché le nascite al di fuori del matrimonio risultano poco frequenti, contrariamente a quanto accade in altri Paesi europei, in Svizzera procreazione e matrimonio continuano ad essere strettamente connessi.

Quali principi regolano la formazione della coppia in Svizzera, dal punto di vista della condizione sociale? In altri termini, il matrimonio in questo Paese è l’occasione per un “ rimescolamento delle carte”, dal momento che un individuo ricco ne sposa uno povero e una persona colta ne sposa una priva di cultura, o, invece, è motivo di rafforzamento delle diseguaglianze sociali (Kellerhals et al., 1982) ? Nella realtà quotidiana, l'omogamia relativa allo status (ossia il caso in cui i partner si trovano nella stessa condizione sociale) è un fenomeno di rilevanti dimensioni in Svizzera. Il tasso di omogamia calcolato sulla base di una stretta identità dei livelli di formazione dei partner, raggiunge il 23%. Se ammette uno scarto di un solo livello, il tasso si innalza al 51%; i corrispondenti tassi per la posizione professionale ammontano rispettivamente al 24% e al 52%. In Svizzera, dunque, la formazione della coppia segue oggi una forte logica di riproduzione sociale.

Anche la composizione dei nuclei familiari rivela il persistere, nelle strutture coniugali svizzere, di un certo tradizionalismo. Un’ampia maggioranza delle coppie coinvolte nella nostra indagine è sposata (91%) e ha figli (84%). Solo nel 9% dei casi uno dei partner ha in precedenza divorziato, nel 4% dei casi entrambi hanno alle spalle un matrimonio fallito, ciò fa si che per una quota pari al 13% le coppie intervistate si possono considerare ricostituite. Questi pochi dati permettono di constatare che il modello classico della famiglia "borghese" è ancora largamente presente in Svizzera. La famiglia modale elvetica ha due figli ed ha la sua origine in un primo matrimonio dei partner. Non si tratta certamente qui di negare il consistente ricorso al divorzio, che attualmente in Svizzera interessa più di quattro matrimoni su dieci (OFS,2001), ma il numero di figli coinvolti nel divorzio dei propri genitori resta relativamente modesto : il 90% dei bambini entro i 15 anni vive oggi con entrambi i genitori regolarmente sposati (OFS, 2001 et 1997).

In Svizzera la persistenza di un modello di coniugalità e di famiglia relativamente tradizionale si riscontra anche nella posizione fortemente diseguale dei sessi nell’ambito della coppia. Così, i casi in cui l’uomo ha raggiunto uno status sociale più elevato rispetto a quello della donna sono tre volte più numerosi dei casi inversi. Occorre dunque sottolineare che in Svizzera esistono profonde diseguaglianze tra uomini e donne, sotto il profilo della formazione, della posizione professionale mediamente raggiunta e dei redditi. Nella grande maggioranza delle coppie (89%), il reddito della donna è nettamente inferiore a quello dell’uomo: il contributo femminile non è comunque trascurabile, ma rimane nella maggior parte dei casi una risorsa sussidiaria. Questo dislivello non può essere ricondotto in via prioritaria alle differenze di status extra-familiari esistenti tra uomini e donne, ma è innanzi tutto connesso ai diversi tassi di attività professionale degli uomini e delle donne.



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